lunedì 24 gennaio 2022

IL MITREO DEL CIRCO MASSIMO e curiosità del Campo Boario e Circo Massimo

Roma è bella da impazzire … magica, curiosa, misteriosa.

Roma ti meraviglia e ti stupisce, non basta una vita per vedere tutte le bellezze che ci sono. Puoi passare in una via del centro storico centinaia di volte e ogni volta puoi notare un particolare che non avevi mai visto.

E per complicare le cose, Roma non è solo un museo a cielo aperto ma anche scrigno di tesori nascosti e sotterranei.

Il modo migliore di scoprirli è informarsi, leggere ma soprattutto affidarsi a chi ha fatto dell’amore e della conoscenza di Roma il proprio mestiere…. le guide turistiche.

In questo POST condividerò quanto visto e ammirato nel MITREO DEL CIRCO MASSIMO, tour organizzato da  Scoprire Roma dalle brave Fabiola e Roberta.

Il Mitreo del Circo Massimo

Il Mitreo del Circo Massimo si trova nei sotterranei del palazzo del Teatro dell'Opera a 14 metri di profondità, un gioiello nascosto, con il suo bassorilievo dedicato al Dio Mitra.

Mitreo del Circo Massimo nei sotterranei del Palazzo ex Pantanella






Scoperto nel 1931 durante i lavori per realizzare un deposito di scene e costumi.

Il cancello d’entrata per le visite è proprio accanto alla Bocca della Verità.

Cancello di entrata ex Pantanella per Mitreo Circo Massimo/Via dei Cerchi


Si attraversa un cortile e si entra in un edificio di architettura industriale l’ex pastificio Pantanella.

Affascinante è il passaggio nelle varie epoche storiche e architettoniche in pochi metri.




Un po’ di storia e curiosità dell’edificio e della zona:

Ex Pastificio Pantanella

Fu costruito tra il 1878 e il 1881 da Michelangelo Pantanella per ospitare uffici e forni del “Pastificio Pantanella", la prima fabbrica di Roma. 

Ex fabbrica Pantanella foto da Web

Nel 1929 la Pantanella, viene acquisita dalla Società dei Molini e Magazzini Generali di Roma e cambia nome "Società molini e pastificio Pantanella", si trasferì nei nuovi edifici all'inizio di via Casilina, presso Porta Maggiore.

 La fabbrica il 19 luglio del 43 fu bombardata insieme ai vicini palazzi dei ferrovieri e al quartiere di San Lorenzo, obiettivo lo scalo ferroviario di San Lorenzo e la fabbrica stessa, considerata obiettivo strategico: ben 13 bombe la colpirono distruggendola parzialmente. 

Dopo ristrutturazione nel 1970 anche questa azienda morì, come la maggior parte delle fabbriche di Roma.

Abbandonata e occupata per anni dai senza tetto ora è sede di uffici e abitazioni e della Fondazione Ginema (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto),

Ex Fabbrica Pantanella zona Casilina/Porta Maggiore 

In quell’epoca l'intera valle del Circo Massimo era sede di numerosi stabilimenti industriali, compresa la fabbrica del gas, per il vasto spazio pianeggiante disponibile e per l’abbondanza dell’acqua vista la vicinanza del Tevere.

Zona industriale Circo Massimo foto da web

A partire dal 1934 il complesso rientrò nei grandi lavori di demolizioni e risistemazione della zona tra il 

Campidoglio, l'Aventino e il Ponte Testaccio, per consentire di far tornare all’antico splendore il Circo Massimo, fu scavato per tre metri circa, e trasformato in parco pubblico. Nel 1939 fu trasformato in un villaggio balneare. Un luogo dove rilassarsi, stendendosi al sole e facendo il bagno in una delle tre grandi piscine o praticare altri sport.

1939 Circo Massimo trasformato in uno stabilimento balneare - foto da web


1939 Circo Massimo trasformato in uno stabilimento balneare - foto da web

Circo Massimo oggi - Lato corto ex Pantanella via dell'Ara Massima di Ercole

Il Pastifico fu acquistato e ristrutturato dal Governatorato di Roma negli anni '20 e divenne il Palazzo dei Musei di Roma: il Museo dell’Impero Romano inaugurato il 19 giugno 1929 e il Museo della Città di Roma.

Una parte dell’edificio fu donato dalla famiglia Pantanella al Teatro dell’Opera. 

Il palazzo fu chiuso nel 1939 a causa degli eventi bellici in corso, e nel 1952 le due collezioni furono trasferite in due nuovi musei: la prima il Museo della civiltà romana all'EUR, la seconda il Museo di Roma a Palazzo Braschi.

Il complesso della Pantanella divenne così sede di alcuni uffici comunali, tra i quali l'ufficio elettorale.


Il Teatro dell’Opera

Dal 1931 l’edificio posteriore del complesso ospita i magazzini dei costumi e delle scenografie del Teatro dell’Opera di Roma, qui si creano e producono le scenografie e gli allestimenti e si conservano sessantamila costumi indossati dai più grandi artisti della lirica e del balletto come quelli della Callas in Norma e quello indossato, era il 14 gennaio 1900, dalla prima Tosca della storia Hariclea Darclée. 

Conservati perfettamente alla giusta climatizzazione nel luogo dove si conservava la pasta

Il laboratorio-deposito si sviluppa su tre piani.


La scoperta del complesso imperiale

Come visto, nel 1931 durante dei lavori di ristrutturazione si scoprì un vasto complesso pubblico in mattoni, risalente al II secolo d.C.

Complesso in mattoni del II secolo d.C.. con Mitreo del Circo Massimo

L’edificio si trovava alle spalle del famoso circo, nel lato corto, dove erano le gabbie di partenza per i cavalli (carceres), in via Ad Duodecim Portas attuale Via dell'Ara Massima di Ercole.

Non si conosce l’utilizzo forse era la residenza di un personaggio legato all’amministrazione dei giochi nel circo oppure per la posizione e le scalinate di accesso suggeriscono si trattasse di un edificio pubblico, al quale solo un secolo III secolo dopo fu aggiunto il Mitreo negli ambienti sottostanti.

In questa zona all’epoca si trovava il Foro Boario, area sacra e commerciale sulle rive del Tevere, dove si teneva il mercato del bestiame.

Foro Boario ricostruzione immagine da Web

Zona pianeggiate circondata dai colli - Campidoglio, Palatino, Aventino. Secondo diverse fonti, questo sarebbe il punto di insediamento più antico della città, persino precedente alla sua fondazione ‘ufficiale’ nel 753 a.C.

I Mitrei

Nel Foro Boario importante e diffuso era il culto erculeo, presso l'ara maxima, oggi identificata nella cripta della basilica di Santa Maria in Cosmedin.

l'Ara Maxima di Ercole resti nella Basilica di Santa Maria in Cosmedin

Campo Boario Basilica di Santa Maria In Cosmedin

Campo Boario oggi


Quello per Ercole fu il primo culto straniero introdotto a Roma legato ai commercianti Greci e lo stesso Romolo, consapevole dell'importanza di questo luogo di culto per la futura Roma, incluse l'altare di Ercole all'interno del territorio urbano di Roma.

Il culto di Mitra era una religione misterica sorta nell’area del Mediterrano orientale intorno al II-I secolo a.c. e venne praticata anche nell'Impero Romano, a partire dal I secolo a.c., per diffondersi ampiamente tra il III ed il IV sec., soprattutto molto popolare tra i soldati romani.

Mistero, segretezza, non ci sono fonti scritte, vi accedeva, dopo una serie di riti di iniziazione, solo gli uomini.

Si diffuse a Roma insieme al cristianesimo.

Il mitreo era il centro del culto ed il luogo di incontro dei seguaci del Mitraismo.

Mitreo immagine da web

I Mitrei venivano ricavati nei sotterranei poiché, a differenza dei templi, non furono mai edifici indipendenti e isolati; essi erano di norma realizzati all'interno e nelle zone più appartate di costruzioni preesistenti, o sotterranei, per riprodurre la grotta primitiva di Mitra, il luogo di culto.

Erano sotterranei, come le catacombe, e su una parete era sempre raffigurata l'immagine di Mitra in lotta con il toro.

Ogni Mitreo ospitava tra i venti e i trenta fedeli. 

Si può ipotizzare che i Mitrei nella città di Roma, erano tra mille e duemila, per un totale di oltre 50mila fedeli.

Ad Ostia Antica sono stati localizzati 18 Mitrei, mentre a Roma ne sono stati localizzati 12: da quelli minori sotto l'ospedale San Giovanni, palazzo Colonna, via XX Settembre e piazza San Silvestro ai più rappresentativi sul retro di palazzo Barberini, sotto il palazzo dell'ex Pantanella (quello di seguito descritto che ho visitato), le Terme di Caracalla e il palazzo della Cancelleria fino alle grotte sotto via Giovanni Lanza e negli scavi sotto le chiese di S. Clemente, Santa Prisca e Santo Stefano Rotondo.

I mitrei sono stati ritrovati in ogni angolo raggiunto dal dominio dell'Impero Romano. 

Il culto mitraico e quello cristiano si equivalevano ma i consiglieri di Costantino giudicarono il cristianesimo di più facile comprensione per il popolo essendo il mitraismo una religione misterica.

Si suppone che anche l'imperatore Commodo fosse un seguace di Mithra.

Il Mitraismo scomparve come pratica religiosa in seguito al decreto Teodosiano del 391, che proibì in modo assoluto tutti i riti pagani, pena la morte e si estinse poco più tardi.

Similitudine con la religione cristiana.


Il Mitreo del Circo Massimo

Nel III secolo alcuni ambienti dell'edificio che stiamo esaminando vennero riadattati per ospitare un mitreo, composto da una serie di ambienti comunicanti, coperti da volte a botte. Spazio arrangiato su un edificio preesistente con reimpiegò di materiale pregiato.

Ambienti dell'edificio sotterraneo del Mitreo del Circo Massimo

L'accesso principale doveva trovarsi sul lato est, attraverso un corridoio, mentre oggi si accede da quello che doveva essere un ingresso minore

Piantina Mitreo del Circo Massimo da web



  1. Il primo ambiente è una stanza interpretata come una sorta di sagrestia (apparitorium), destinato alla preparazione dei fedeli.
    "apparitorium" primo ambiente Mitreo del Circo Massimo
    Pavimento ingresso e primo ambiente più povero Mitreo del Circo Massimo

  2. Al secondo vano si accede attraverso una porta, sui muri laterali della quale sono state ricavate due nicchie, con basi di marmo, nelle quali dovevano essere collocate piccole statue forse dei dadofori porta fiaccola Cautes e Cautopates; ai lati due mensole sostenevano le colonnine di due edicole. In questo primo tratto il pavimento è di epoca dioclezianea, con grandi mattoni quadrati bipedali. n.b.Diocleziano riaffermò un ritorno al culto degli dèi della tradizione romana, riforma contro i Cristiani.
    Entrata secondo ambiente Mitreo del Circo Massimo


     pavimento di epoca dioclezianea Mitreo del Circo Massimo

    Secondo vano nicchia Mitreo del Circo Massimo


  3. Nel terzo ambiente compare l'elemento tipico del mitreo, il podio in muratura, dove si sdraiavano i partecipanti al banchetto sacro. La pavimentazione è sempre più pregiata man mano che ci si avvicina alla Grotta sacra.
    Terzo ambiente Mitreo del Circo Massimo



    Pavimentazione terzo ambiente più prezioso Mitreo del Circo Massimo


  4. Nel quarto, l’ultima aula corrisponde all’ambiente più sacro del mitreo, lo spelaeum, la grotta in cui avveniva l’incontro con il dio attraverso vari gradi di purificazione.
    Quarto ambiente "spelaeum" Mitreo del Circo Massimo

    Si trova altro podio sulla destra (Mitreo ricavato su ambienti già esistenti quindi si sono arrangiati gli spazi), preceduto da una grande apertura ad arco con due nicchie, anch'esse in origine impreziosite da edicole, delle quali quella di destra conserva un recipiente di terracotta interrato che doveva contenere acqua lustrale per purificazione (hanno trovato testa di serpente in marmo).
    Nicchia di destra Mitreo del Circo Massimo

    Mentre nell’anfora interrata probabilmente veniva raccolto il sangue dei tori sacrificati ma più probabilmente animali di piccola taglia vista la grandezza degli spazi e il ritrovamento di piccole ossa.
    Nicchia di Sinistra Mitreo del Circo Massimo

    Al centro del pavimento si trova un grande tondo di alabastro, inserito in uno schema geometrico molto semplice e realizzato con diversi tipi di marmo, tutti di recupero. Sul tondo di marmo al centro nella grotta scolava sangue e ossa di animali. Le pareti sono intonacate.
    Tondo di alabastro pavimento "spelaeum" Mitreo del Circo Massimo


  5. Nel quinto ambiente compreso quella di fondo dove si apre un arco, all'interno del quale vi è un'edicola semicircolare di mattoni, destinata a una piccola statua di Mitra che non è stata ritrovata.
    Quinto ambiente Mitreo del Circo Massimo

    Sempre sulla stessa parete, in alto a sinistra, rimane un'edicola priva del bassorilievo,
    Particolare quinto ambiente Mitreo del Circo Massimo

    mentre a destra dell'arco è stato ricollocato un rilievo raffigurante l'uccisione del toro cosmico (tauroctonia), la cui morte promuove la vita e la fecondità dell'universo.
    Particolari del quinto ambiente Mitreo del Circo Massimo

    Lo stesso tema è trattato in modo più complesso nella grande lastra trovata sul pavimento dell'ultimo ambiente e in seguito collocata sul podio a sinistra, il vero gioiello di questo Mitreo, Quest’ultimo di pregevole fattura, reca l'iscrizione votiva di Tiberius Claudius Hermes, colui che commissionò l'opera: 
    Il Mitreo del Circo Massimo

"Deo Soli Invicto Mithrae Ti(berius) Cl(audio) Hermes ob votum dei typum d(ono) d(at) ("al dio Sole invitto Mitra, Tiberio Claudio Hermes in seguito a un voto offre l'immagine del dio")".

Esso rappresenta tutti gli elementi di questa religione, a sinistra: il Sole e Cautes, il dadoforo con la fiaccola alzata (ad indicare il giorno), la grotta mistica e Mitra che trasporta il toro nella grotta, sopra la quale si vede il corvo.

Il Mitreo del Circo Massimo

Al centro la tauroctonia e cioè l’uccisione del toro – episodio centrale del mito – la cui coda si trasforma in spighe di grano;

Il cane ed il serpente leccano il sangue del toro, mentre lo scorpione ne morde i genitali. 

Sulla destra la Luna, le stelle e Cautopates, il dadoforo con la fiaccola abbassata (ad indicare il tramonto e la notte).

Il rilievo va letto da sinistra a destra. 

Delle due colonne con capitello corinzio incise ai lati, quella di sinistra è in posizione normale, affiancata da simboli diurni come il Sole e Cautes; quella di destra è capovolta con i simboli notturni della Luna e di Cautopates.

Sono state rinvenute altre iscrizioni e dediche, tutte con nomi di liberti. Tutti i materiali più o meno regiati sono stati aggiunti e regalati per impreziosire il luogo di culto in vari periodi,

Vi consigliamo la visita a questo luogo misterioso.

A Roma se dice: “Stacce a sentì. Te conviene 😉


Marzia host della Casa Vacanze

IN ROME IN LOVE IN BIKE 🏛❤️🚴🏼‍♀️



















sabato 15 gennaio 2022

Penne all’arrabbiata



La vita è una combinazione di pasta e magia.

(Federico Fellini)



E i romani lo sanno bene ….fin dall’antichità quando si tratta de “magnà“!!!!


Le “penne all’arabbiata” piatto semplice, gustoso, che dà energia, che soddisfa tutti i sensi VISTA - OLFATTO - GUSTO e ….. portafoglio per gli ingredienti economici e sempre in dispensa.


Penne all’arrabbiata 

Spero che dal video della mia preparazione si intuisce il profumo e il sapore…… vi è venuta fame ? 




Un pó di storia e curiosità.


➡️ L’arrabbiata (arabbiata in romanesco) è un condimento per la pasta dal sapore piccante, tipico del Lazio, e soprattutto della città di Roma,

conosciuto e amato in tutto il mondo


L’origine del nome sembra derivi dal fatto che, mangiandone un piatto, si possa diventare paonazzi come quando si è in preda ad un attacco d’ira, appunto arrabbiati.


La caratteristica  della “piccantezza” spinta all'eccesso.


Questo condimento viene associato a un oste romano che lo servì per la prima volta agli inizi del ‘Novecento oppure per qualcuno il suo luogo di nascita è nella provincia di Rieti, nella frazione di Ponte Alto a Castel Sant’Angelo dove ogni anno da più di 50 anni , il sedici di agosto si svolge la sagra dedicata a questo primo piatto.


➡️La ricetta della pasta all'arrabbiata richiede pochi ingredienti:


Il segreto è quello di utilizzare solamente ingredienti di primissima qualità.


🍅pelati, 🧄aglio, 🌶peperoncino abbondante, 🌿prezzemolo a crudo, 🧂sale, 🫒olio extravergine d'oliva e pasta formato penne.


Talvolta si aggiunge pecorino romano grattugiato.


Aglio per Penne all’arrabbiata 



Prezzemolo per Penne all’arrabbiata

Olio extravergine d’oliva per Penne all’arrabbiata

Peperoncino per Penne all’arrabbiata


«Spaghetti o penne?», chiede Renato Pozzetto  nel film Sette chili in sette giorni, «Penne! Si chiamano penne all’arrabbiata!», risponde Carlo Verdone.


Rigorosamente penne e soprattutto rigate, in modo che il sugo rimanga ben attaccato alla pasta.


Pasta formato penne rigate per Penne all’arrabbiata


Scena penne all’arrabbiata film 7 chili in 7 giorni 

➡️ Preparazione facile e veloce:


In padella olio aglio e peperoncino….. pomodori a pezzi ….. 10/15 minuti a fuoco alto ….scolate la pasta al dente ….versate nella padella con il sugo e a fiamma alta spadellate per bene…. Il prezzemolo tritato va rigorosamente aggiunto a crudo.





➡️ Le penne all'arrabbiata sono state immortalate anche nel film di Marco Ferreri intitolato “la Grande Abbuffata” dove Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli e Phillippe Noiret vogliono mangiare fino a scoppiare e in “Roma” di Federico Fellini.


➡️ Oltre che buono è un piatto pratico ideale da consumare anche freddo fuori casa, nella pausa pranzo o nelle gite fuori porta, compagno dei pranzi  domenicali in spiaggia ad Ostia ricordi di infanzia dei romani chiamati i “fagottari”.


Foto da web per i Fagottari romani


…… e soprattutto compagno degli spuntini di mezzanotte con gli amici.


Non ci resta che augurarvi Buon Appetito 😋 


Penne all’arrabbiata 


Marzia e Tony


Host di Casa Vacanze IN ROME IN LOVE IN BIKE 😘❤️🚴🏼‍♀️